Osservazione, contemplazione, meditazione
Meditare significa contemplare.
Contemplare vuol dire osservare senza scopo, senza un fine estrinseco all’osservare stesso.
Qual è lo scopo intrinseco all’osservare?
Quello di vedere le cose così come sono.
Di solito noi osserviamo la realtà con uno scopo in mente.
L’alpinista guarda la montagna per scoprire una via di salita.
Il marinaio osserva il mare per decidere la rotta.
Entrambi selezionano solo una piccola porzione di ciò che esiste davanti ai loro occhi, quella appunto che può fornire le indicazioni utili allo scopo di scalare la montagna o di navigare. Il resto è fuori del loro interesse.
La mente non osserva mai senza scopo. Mente e scopo sono sinonimi.
Per questo la mente si fa sempre una rappresentazione molto frammentaria e distorta della realtà.
Quando siamo guidati da uno scopo, non possiamo contemplare. Per definizione analizziamo, valutiamo e giudichiamo. Distinguiamo le cose che ci piacciono (attaccamenti), quelle che non ci piacciono (avversioni), e quelle che ci sono indifferenti.
La percezione guidata da uno scopo è tremendamente impoverita.
Essa mantiene netta la distinzione tra osservatore e realtà osservata. In tal modo ci tiene lontani dalla realtà stessa, dalla sua infinita complessità e bellezza. Non entriamo in risonanza con la totalità, non ci facciamo toccare da essa o ci facciamo toccare in modo superficiale (vedi pdf Ascolto).
Contemplare significa osservare senza essere guidati dalla mente, dai suoi fini, dalle sue mete, dai suoi bisogni.
Contemplare ci mette in contatto diretto con la realtà. Ne veniamo presi e toccati. Siamo toccati e commossi dalla sua infinita complessità e bellezza. Diventiamo parte della realtà, pienamente connessi.
Contemplare apre il centro del cuore, apre naturalmente all’empatia, alla gratitudine e alla compassione.
Contemplare è l’attitudine necessaria a sviluppare consapevolezza. La consapevolezza è conoscenza senza scopo, ovvero conoscenza profonda, della realtà così come è, non guidata da attaccamenti ed avversioni.
La contemplazione è la base dell’etica umanistica.
Possiamo osservare, studiare, analizzare tutta la vita, conoscere tante cose e rimanere ignoranti, perché la nostra è conoscenza frammentaria e manipolativa.
Leader di sé e contemplazione
Un leader che si affida a questo tipo di conoscenza, non può avere visione ecologica.
Un leader evolutivo è in primo luogo una persona che pratica la contemplazione, ovvero l’osservazione senza scopo, senza giudizio, senza attaccamenti ed avversioni. La qualità che coltiva maggiormente è la consapevolezza.
La consapevolezza presuppone umiltà. Ove c’è orgoglio, c’è pretesa. Dove c’è pretesa, c’è distacco, impoverimento, distorsione percettiva.
L’Ego vive in un mondo frammentato, privo di senso, pericoloso. Il SE’ vive nella totalità e nella consapevolezza. Consapevolezza e fede positiva sono due facce della stessa medaglia.
Etica umanistica, valori e qualità dell’essere si nutrono della pratica della contemplazione e della meditazione.