Giornalismo costituzionale
- Posted by Mauro Scardovelli
- Categorie COMPRENDERE LA COSTITUZIONE, IL BLOG
- Date 14 Settembre 2024
Premessa
La Costituzione, oltre a sancire diritti, pone obblighi a tutti i cittadini italiani.
Gli inderogabili doveri di solidarietà politica economica sociale (art. 2), e il sacro dovere di difendere la patria (art. 52), valgono per tutti.
Ma a maggior ragione riguardano i giornalisti, che hanno il compito di informare e formare i cittadini alla verità.
Come dice Simon Weil, la verità è un diritto fondamentale dell’essere umano.
Senza verità non ci può essere né bene né giustizia.
Oggi, in epoca neoliberista, questi valori sono completamente schiacciati. Ciò che domina è la menzogna sistematica e sovrana, che distrugge alla radice ogni diritto umano, a partire dalla sopravvivenza.
A partire da ciò che ci distingue, come umani, dagli animali: il pensiero, la possibilità di pensare e di esprimersi liberamente (articolo 21).
La menzogna sistematica dei media mainstream, posseduti dalle forze neoliberiste, condiziona le menti e annulla il pensiero libero. In altre parole, genera in noi una malattia psichica che assomiglia sempre di più alla psicosi, come distacco dalla realtà reale.
Informare e formare correttamente
I giornalisti costituzionali devono dire la verità.
Devono smascherare le menzogne. Ciò è necessario, ma non sufficiente.
Essi devono prendersi cura dei loro ascoltatori.
La società costituzionale è la società della cura, a differenza di quella liberista, che è la società della competizione e della lotta di tutti contro tutti.
Che significa per un giornalista prendersi cura?
Significa per prima cosa prendersi cura del benessere degli ascoltatori.
Oggi, in assoluta maggioranza, le persone non stanno affatto bene. Sono tese, ansiose, preoccupate, o addirittura impaurite per il futuro in continuo peggioramento che le aspetta.
Compito di un Tg costituzionale è in primo luogo quello di rasserenare i cittadini, creando un ambiente comunicativo in cui ci si sente accolti, rassicurati, sin dall’inizio.
Dalla sigla alla fine del Tg, gli utenti devono fare l’esperienza di stare sempre meglio, pur ascoltando anche notizie di per sé preoccupanti.
Se questo accade, ci saranno sempre più persone che sentiranno il Tg, in quanto ne traggono immediato beneficio.
Nel caso di Byoblu, questo significa anche maggiori entrate in abbonamenti e donazioni. Quindi maggiore possibilità di investimenti per ciò che è più utile, ad esempio la formazione di giornalisti costituzionali sempre più preparati al suo interno.
Ma come fa un giornalista costituzionale a ottenere questo auspicabile risultato?
Semplice: deve dismettere l’abito acquisito nelle scuole di giornalismo tradizionale, per assumerne uno nuovo.
Non più parlare con distacco professionale-burocratico, centrato sui particolari e sui dettagli della notizia, ma dare primaria importanza al rapport che instaura con il suo pubblico, ottenendone l’affetto e la fiducia.
Come? Uscendo dai panni del giornalista, e immettendosi nei panni degli ascoltatori stessi, entrando in un rapporto di risonanza e di empatia profonda con loro, comprendendone i veri bisogni.
Quali bisogni? In primo luogo quello di poter riporre fiducia in lui, perché ne percepiscono l’onestà, la credibilità e la competenza. E soprattutto perché avvertono la sua cura e il suo affetto nei loro confronti.
Gli italiani, più di altri popoli, essendo stati traditi dei loro politici e dirigenti, non si fidano più.
Sono come bambini che hanno bisogno di ritrovare un padre, una vera autorità che funga da base sicura.
Una vera autorità che, informandoli e formandoli correttamente, li faccia crescere, liberandoli dall’ignoranza e dal conflitto perenne che li divide.
E che significa informandoli e formandoli correttamente?
Informandoli correttamente significa dare loro le notizie essenziali per capire ciò che sta accadendo attualmente nel mondo, in modo sintetico, didatticamente chiaro e semplice, senza inutili dettagli. In modo che sia facilmente comprensibile da tutti, senza bisogno né di un particolare sforzo, né di conoscenze pregresse.
Le persone in genere guardano il Tg dopo una giornata di faticoso lavoro. Sono stanche. Hanno bisogno di rilassarsi, e non di impegnarsi per comprendere cose difficili e spesso inutili, annoiandosi e allarmandosi sempre di più.
Formare cittadini significa fornire una cornice generale (ad esempio, come funziona l’economia neoliberista di oggi), che consenta loro di dare un senso alle notizie all’interno di una visione d’insieme.
Non hanno affatto bisogno di un bombardamento o di una raffica giornaliera di notizie, affastellate, una di seguito all’altra, senza capo né coda. Lette velocemente, senza sosta, spesso senza commento esplicativo.
Dare loro una ragionevole speranza di salvezza
A che serve informare e formare se non si indica anche una via di uscita?
Un giornalista costituzionale è come un medico: fatta la diagnosi deve poi procedere alla cura. La cura in questo caso è fare intravvedere che la guarigione di questa economia impazzita, di questa società malata, è possibile.
Solo così i cittadini usciranno dalla rassegnazione, dal pessimismo e dalla passività, nella quale sono sprofondati. E potranno unire le loro forze verso la realizzazione di un progetto comune: quello delineato a suo tempo dai nostri Padri Costituenti.
Allora, soltanto allora, potrà riavviarsi un processo, che in Italia c’è già stato dopo la seconda guerra mondiale. Processo che ha portato alla resistenza e alla liberazione dal nazifascismo, nel 1945, e che oggi dovrà liberarci dal neoliberismo.
Concludo affermando che, quanto detto a proposito dei giornalisti costituzionali, vale ovviamente per tutti gli opinion leader, gli uomini politici, i dirigenti, i professori universitari, gli intellettuali, gli esperti. Tutti coloro, insomma, che hanno un certo potere di influenza. E non solo: anche le associazioni, i comitati di cittadini, i movimenti dovrebbero ispirarsi a quanto sopra detto. Ciò vale, ovviamente anche per i singoli cittadini, ciascuno in grado di comunicare anche solo con un ristretto numero di persone, come parenti, amici, conoscenti.
La liberazione non possiamo aspettarla dall’alto. Dobbiamo compierla noi dal basso come Popolo, unendoci e diventando Popolo comunità, come previsto in Costituzione. Riconquistando la sovranità interiore e la sovranità collettiva, due movimenti della coscienza che procedono insieme: pieno sviluppo della persona umana e democrazia costituzionale (art. 3, c. 2).
Giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta, fondatore di Aleph.
Dal 2006 si occupa a tempo pieno di formazione, incontri terapeutici, supervisione, ricerca.