La funzione di un Think Tank keynesiano, radicato nei valori costituzionali
settembre 2019
Introduzione
Il progetto UniAleph, università popolare, gratuita e aperta a tutti, che si propone la diffusione della conoscenza e della pratica dei valori costituzionali a tutti i livelli della società, prevede la formazione di un Think Tank keynesiano. Think Tank formato da esperti di indubbia competenza e onestà, radicati nei valori costituzionali.
Esperti nel diritto, nell’economia, nella finanza ecc., riconosciuti dal popolo perché negli ultimi anni si sono chiaramente espressi, – in conferenze, video, libri, articoli –, a favore dell’interesse pubblico, contro il predominio della finanza privata internazionale.
Il Think Tank ha il compito di fungere da magnete per riunire le forze migliori del paese, – cittadini, associazioni, imprenditori, movimenti, dirigenti ecc. –, al fine di riportare la politica parlamentare e governativa nell’ambito del disegno democratico costituzionale (pieno sviluppo della persona umana, diritto al lavoro, diritti sociali, pace e giustizia tra le nazioni ecc.).
In questo scritto, per approfondire il tema del Think Tank, accennato nella recente intervista riportata su Byoblu (L’uscita dal Tunnel), riprendo alcune riflessioni reperibili nei miei ultimi libri.
Il Think Tank come magnete in grado di toccare, ispirare e commuovere le coscienze sopite.
L’importanza di connettere intelletto e cuore
Come clinico, con più di trent’anni di esperienza nei gruppi, una cosa a me sembra certa: non si ridarà vita allo spirito e alla politica costituzionale se non si sarà capaci di toccare, ispirare e commuovere i cuori delle persone a cui ci rivolgiamo (sottolineo: “commuovere”, non convincere solo razionalmente o, peggio, sedurre o manipolare).
Prima di essere cittadini, lavoratori o disoccupati, impegnati o disimpegnati, consapevoli o inconsapevoli, poveri o benestanti, gli esseri umani sono figlie, figli, madri, padri, nipoti, parenti, partner, amici di altri esseri umani.
E’ all’interno di questa esperienza affettiva, emotiva, sentimentale comune che siamo cresciuti. E’ all’interno di questa esperienza che si sono formate le nostre strutture cognitivo-emotive, i nostri modi di sentire e di pensare.
Tutti abbiamo fatto l’esperienza dell’amore e del tradimento, della gioia e della sofferenza, della paura, della rabbia, della disperazione. Tutti abbiamo fatto l’esperienza del terrore, del vuoto incolmabile, della ferita lancinante, ma anche del calore, della tenerezza e della cura dell’anima. Tutti sappiamo che cosa è l’umana fragilità.
Tutti, ad un certo livello, sappiamo di non essere autosufficienti, sappiamo che abbiamo bisogno degli altri, che abbiamo bisogno di essere amati per poter amare, di essere visti per poterci vedere, di essere riconosciuti per riconoscerci, per avere stima di noi stessi.
Nessun ragionamento, nessuna argomentazione, per quanto logica e intelligente, avrà il minimo impatto su di noi se non tiene conto di questa elementare verità: noi tutti, prima che dalla ragione, siamo mossi dagli affetti e dalle passioni. La ragione è come una mosca che crede di guidare un elefante.
Nell’epoca delle passioni tristi, nell’epoca dell’universalismo delle solitudini, della corruzione e della falsificazione strutturale, solo una cosa può ancora ispirare, toccare e commuovere. La cosa oggi più rara: la dedizione alla verità, l’integrità, la bontà del cuore, unite alla competenza, alla visione di un futuro possibile. Un futuro possibile per tutti, che non sia più una minaccia per nessuno. Un futuro che torni ad essere una speranza.
Di questo i ragazzi e i giovani hanno oggi massimamente bisogno. Compresi i bambini e i giovani che abitano nella psiche degli adulti e degli anziani.
Bisogna saper parlare a questi bambini, a queste ragazze e ragazzi, rinchiusi in una prigione di sofferenza non detta, non confidata, trattenuta, nascosta, perché troppo doloroso e pericoloso mostrare.
Il bisogno di vere autorità. La funzione degli intellettuali e degli esperti come medici della società malata
Tutti abbiamo bisogno di autorità, di maestri, di leader, che sappiano parlare alla nostra anima ferita, che sappiano capire la nostra sofferenza, affinché il nostro cuore non si spezzi.
Dalle false autorità, dai falsi intellettuali, dai falsi leader, siamo stati svenduti e traditi tutti. Dagli aspetti egoici dei nostri genitori la nostra anima è stata ferita. Sono i più grandi che devono aiutare i più piccoli, i più esperti che devono fungere da guida ai meno esperti, i medici che devono curare i pazienti, con la loro collaborazione.
Oggi economisti, giuristi, esperti della finanza, scienziati sociali, filosofi, sono come medici, che possono salvare la vita di una società malata, psicotica, scissa e disorientata nelle sue fondamenta.
Possono farlo solo se:
- non si contraddicono tra loro, ma si sostengono.
- non si combattono, ma si aiutano reciprocamente e generosamente.
- non incrementano il disorientamento e la confusione di un popolo
- senza più guida, ma offrono chiarezza e semplicità di visione.
Ricordiamoci che le cose appaiono complicate (ripiegate su se stesse) perché la verità viene nascosta. La natura delle cose è in sé complessa, interconnessa, intrecciata, ma semplice nella sua trama e nella sua essenza.
La differenza tra i professori e i maestri sta tutta qui: i professori insegnano le nozioni; i maestri formano le menti, in modo che possano risuonare con la verità e possano apprendere correttamente.
Abbiamo bisogno di un gruppo, un think tank, formato da vere autorità, veri maestri, veri leader, veri filosofi, che rispondano a questi requisiti, un gruppo di nobili amici che sposa una causa comune, sacrificando il proprio tempo, la propria carriera, i propri interessi unilaterali, per amore della verità e della giustizia, per amore del popolo. Un gruppo che funga da magnete per le tante persone disilluse, depresse o indignate, alla ricerca di un orientamento affidabile, ove riallineare le forze e costruire insieme un futuro solidale.
Come è sorta in UniAleph l’idea del Think Tank
I conflitti psichici, emotivi e relazionali, sono oggetto della nostra ricerca, da oltre trent’anni. Abbiamo progressivamente integrato, e continuiamo a farlo, attraverso la pratica del pensiero dialettico, i modelli psicodinamici, sistemici, umanistici, cognitivisti, bioenergetici più significativi.
Disponiamo pertanto di tecnologie di ultima generazione per la mediazione e il superamento dei conflitti.
Il nostro lavoro è conosciuto da un numero crescente di persone, non solo in Italia. Siamo diventati un punto di riferimento nel nostro settore.
Con i collaboratori più stretti abbiamo via via imparato, e stiamo continuando ad imparare, a reggere e poi superare le conflittualità interne alla nostra associazione, quelle più inevitabili, dolorose e difficili.
Stiamo formando, dopo tanti anni, un gruppo via via più coeso, legato da stima e affetto reciproco, oltre che dalla storia dei travagli che abbiamo attraversato insieme. Un gruppo di collaboratori che si sta ampliando, con l’arrivo di collaboratori esterni, attratti dal nostro lavoro, che portano la ricchezza di intense esperienze di ricerca vissuta e di competenze nuove, in tutti i settori più significativi. Collaboratori esterni che, come ricercatori autentici e appassionati, rinforzano una politica interna già radicata in un nascente sempre nuovo e incandescente pensiero dialettico: fisiologico,
biofilo, politico (nel senso di buon governo della polis-comunità); costruttivo di comunità, di etica, di giustizia; consolidativo di identità sane che coniugano libertà ed esplorazione individuale con appartenenza e sicurezza comunitaria.
Un pensiero che tiene insieme libertà e rigore di ricerca, passione ed eros, gioco e humor, ragione e amore, prosa e poesia, scienza ed arte; conservazione e innovazione, famigliarità e novità, paura dell’imprevedibile e coraggio di affrontarlo; femminile e maschile, emisfero destro ed emisfero sinistro; rispetto per la travagliata storia dell’occidente e rispetto per quella, per noi meno evidente e spesso idealizzata, dell’oriente; filosofia e religione, mistica ed economia, politica, etica, biologia, psicologia e mistica, libertà e giustizia, alla ricerca di un mai definitivo punto di vista più elevato, dal quale osservare con benevolenza e intensa partecipazione le evoluzioni creative e le involuzioni regressive di innumerevoli punti di vista unilaterali e identificati.
Oggi il delirio è proseguire sulla via del pensiero dominante, che ci sta portando a sicura rovina. Osare è necessario, per uscire dalla prigione del pensiero, la peggiore che esista, un famelico e insaziabile parassita che divora le persone dall’interno, le spegne, le corrode, le rende oggetti non pensanti di una burocrazia aggressiva sempre più pervasiva e asfissiante, nelle scuole, nelle università, negli ospedali, nelle banche, nelle professioni liberali che un tempo erano sorrette da un’etica e oggi sono meccanicamente incastrate in procedure sempre più minuziose, che tolgono ogni piacere nel fare e nel dare.
Tutti luoghi, un tempo luoghi di incontro, che diventano sempre più non-luoghi, dove ognuno deve difendersi dai potenziali attacchi di utenti e clienti inviperiti e perseguitati anch’essi da norme e procedure insulse e senza senso. Siamo nella società del controllo al quale non sfugge nessun atto della nostra vita, e per questo la vita se ne va da noi, perché la cifra della vita umana è relazione, libertà e creatività.
Il nascente pensiero dialettico può praticarsi da soli? No, perché è intrinsecamente comunitario, nasce dal dialogo tra differenti posizioni, esperienze, visioni, quindi nasce e può nascere solo in una comunità di
persone unite nell’intento di varcare i limiti dell’eterna ripetizione dell’eguale.
Noi esseri umani siamo ambigui, ambivalenti, divini e demoniaci insieme, sapiens e demens, creativi e distruttivi, forti e fragilissimi nello stesso tempo, solidi un giorno e tormentati nell’altro, in base al vento, allo spirito che ci muove nel momento. Non siamo come scarafaggi, una specie ben collaudata da 800 milioni di anni, siamo una specie molto recente, una specie in prova, un esperimento della vita. Siamo i primi esseri ai quali la vita non riserva un destino più o meno certo e prevedibile. No, stiamo arrampicando su una montagna, che cambia
forma mentre stiamo salendo. Possiamo solo salire o scendere, osare esplorare o rinunciare per paura, per comodità, per ignavia. Le primavere della storia sono tutte accompagnate dal coraggio di osare l’impensabile. Ci aspetta una primavera della storia, un nuovo rinascimento, oppure la fine di tutto.
Caratteristiche specifiche del Think Tank keynesiano, radicato nel pensiero dialettico
Più nello specifico, e in estrema sintesi, si tratterà di un think tank di persone riconosciute, che dia di nuovo voce all’anima del popolo italiano, come accadde all’epoca della costituente. Un gruppo che, per la qualità delle persone e degli intenti, si ponga a livello di politica costituzionale, come organo di garanzia a difesa della Costituzione stessa.
Un think tank di esperti in tutti i settori decisivi (filosofico, storico, sociologico, letterario, artistico, giuridico, politico, economico, finanziario ecc.), di ottima competenza e professionalità, che si sono già spesi, con integrità e onestà, al servizio del bene comune.
Dotati di propensione all’amicizia e alla relazionalità, essi aspirano ad integrare le conoscenze in un sapere unitario, in una visione d’insieme, semplice e nello stesso tempo profonda, diffondibile e comprensibile da tutti.
Una visione d’insieme che unica ci può portare fuori dalla trappola mortale in cui siamo finiti, fornendoci una via d’uscita chiara e condivisibile.
Un think tank che, dando voce all’anima del popolo italiano, tradito dalle sue élite, come accadde all’epoca della costituente, funga da orientamento e da guida, da punto di riferimento solido e affidabile, al di sopra del mainstream e dei conflitti particolari, di cui è intrisa la politica dei partiti, che ha perso ogni credibilità e rispetto da parte dell’assoluta maggioranza del popolo italiano.
Un gruppo che, per l’indiscussa qualità delle persone e degli intenti, come già detto, si pone naturalmente a difesa della Costituzione stessa, in rappresentanza dell’interesse nazionale, ovvero degli interessi di tutto il popolo italiano. In difesa dell’interesse pubblico, quindi, in ogni settore nevralgico. Cosa ben diversa dalla politica affaristica e truffaldina, nella quale è scaduta la politica parlamentare e la politica dei partiti, al servizio delle lobby e dei gruppi di pressione della finanza internazionale.
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