La logica Ego/Anima
- Posted by Mauro Scardovelli
- Categorie Anima, CHI SIAMO, CRESCITA UMANA E SPIRITUALE, Ego, IL BLOG
- Date 28 Settembre 2024
Partendo da bisogno di riconoscimento, come da qualunque altro bisogno insoddisfatto, scopriamo la logica che sta dietro al rapporto tra inquinanti e qualità dell’essere, cioè tra Ego e Anima.
Comprendere questa logica, di tipo matematico, cioè chiaramente esprimibile in un modello operativo, ci apre le porte al cambiamento di stato più importante della nostra vita: il passaggio dallo stato egoico allo stato animico, o stato di illuminazione. All’inizio è solo una finestra che si apre e poi si richiude. Ma una volta sbirciato che cosa c’è dietro la finestra non possiamo mai più dimenticarlo del tutto.
E allora, come dice Eckhart Tolle, il ripetere questo passaggio, il riaprire questa finestra sempre più spesso diventa il nostro proposito interiore, che acquista una priorità sempre più marcata su tutti gli altri propositi, o propositi esteriori,
quelli che costellano la nostra esistenza quotidiana: fare la spesa, pagare l’affitto, migliorare nel lavoro, eccetera.
Nella logica dell’Ego, che vive nella dimensione del tempo, passato e futuro, ogni cosa viene fatta per uno scopo, una meta da raggiungere. Sartre, filosofo esistenzialista, per completare un libro non esitò a drogarsi. Quando il fine diventa la cosa più importante, è molto comune sorvolare sui mezzi.
Nella logica dell’Anima, il tempo non esiste. Esiste solo il qui e ora, l’eterno presente. Nella logica dell’Anima, la via è la meta, la pace è ognni passo, il riconoscimento è il riconoscimento di ciò che c’è adesso, dentro di noi e fuori di noi.
La logica dell’Anima è la logica della mente funzionale. Quando siamo nella mente funzionale, ogni conflitto, e quindi ogni sofferenza nevrotica, cessa all’istante. In quella logica non c’è spazio per la nevrosi, con buona pace della psicoanalisi, che con lo studio della nevrosi ha fatto la sua fortuna. Che è anche la sua sfortuna e la sfortuna di tutti noi, nella misura in cui siamo ancora intrisi di quel pensiero.
Freud, scienziato positivista, non credeva nella dimensione spirituale. L’uomo freudiano è un uomo separato dalla sua vera natura, e per questo eternamente sofferente. Il disagio non dipende dalla civiltà, come credeva Freud, ma dal tipo di civiltà che abbiamo instaurato, ove la prepotenza e l’oppressione dell’uomo sull’uomo e sugli altri esseri non sono affatto scomparse, ma solo assunto nuove forme, più sottili, più subdole, meno facili da riconoscere e smascherare.
Giurista, psicoterapeuta, musicoterapeuta, fondatore di Aleph.
Dal 2006 si occupa a tempo pieno di formazione, incontri terapeutici, supervisione, ricerca.