NOTIZIE e informazioni
MANIFESTO degli Stati Generali della Medicina – UniAleph
Premessa
“Salute” è un concetto globale che sta al centro di qualsiasi progetto politico orientato al cambiamento e al miglioramento sostanziale dell’attuale stato delle cose. Non può esserci salute individuale se ambiente, economia e giustizia sono malati.
Salute della Persona
La salute di ogni individuo significa mantenere lo stato di “omeostasi naturale”, cioè di benessere fisico, psicologico e spirituale a cui siamo predisposti e destinati fin dalla nascita.
L’Essere Umano è costituito da un sistema organico, da un sistema psichico e da un sistema energetico vitale, che si condizionano reciprocamente. Una società civile promuove l’armonico sviluppo e coesistenza fra le parti di ogni individuo permettendogli di esprimere appieno la sua natura e i suoi talenti, valorizzando la creatività e la specificità di ognuno per il benessere di ogni singola persona e anche della collettività in cui vive.
Quando perde il proprio naturale ed armonico equilibrio interiore, l’individuo si ammala e per “risanarlo” si deve poter disporre di cure integrate, come propugnato dalla medicina ippocratica: personalizzate, empatiche e umane, senza parcellizzare l’Essere umano ma che, considerandolo in tutte le sue peculiari specificità, metta in atto le strategie di cura e di prevenzione adeguate alle sue personali necessità e bisogni di salute.
Libertà di Scelta e di Cura
Tutti i cittadini devono avere la possibilità di decidere liberamente della propria vita: sulla gestazione, sul parto, sulle scelte assistenziali nel fine vita, sull’accettazione delle cure o delle prestazioni sanitarie, senza subire nessuna indebita pressione di natura normativa e/o psicologica in caso di rifiuto.
Allo stesso modo tutti i professionisti della salute devono poter applicare la libertà di cura secondo scienza e coscienza. È importante autorizzare il ricorso a molteplici approcci di cura integrati, siano essi tradizionali o innovativi, purché supportati da un’adeguata base bibliografica ed esperienziale, e a condizione che tali approcci rispondano a espliciti criteri etici per il bene del paziente, scevri da qualsiasi intento speculativo.
I fatti
L’esperienza eccezionale di Covid 19 ci pone dinanzi al tracollo del modello di sviluppo occidentale. Crolla letteralmente la validità del detto “Mors tua vita mea” su cui implicitamente è stato costruito il nostro mondo illusorio e deliberatamente affamatore dei popoli, sfruttatore intensivo degli animali e incontrastato devastatore dell’ambiente.
Il contenimento del contagio ci ha fatto capire che salvaguardare gli altri significa salvare sé stessi, così come avere cura di sé stessi è garanzia della salvezza altrui.
Sars Cov 2 ha mostrato che tutto sul nostro Pianeta è connesso: distruggendo l’ecosistema si mette a repentaglio la nostra stessa sopravvivenza. E in un attimo abbiamo compreso che le alterazioni determinate nei sistemi complessi non restano circoscritte a territori remoti.
La Natura ha mezzi rapidi e incisivi per affermare la sua preminenza sulla specie umana, anche su quella più civile e progredita, che di recente ha mostrato tutta la sua fragilità.
Il fenomeno del riscaldamento globale, determinato in larga parte dall’economia dell’Occidente, nella convinzione che i danni e le conseguenze più disastrose si sarebbero concentrate nel Sud del mondo, ora mostra i suoi effetti devastanti in ogni parte del Pianeta. L’aumento della temperatura ha sconvolto il ciclo delle acque e compromesso la fertilità del suolo, già minata dall’agricoltura chimica e intensiva.La devastazione degli ecosistemi e la riduzione della biodiversità contribuiscono in modo determinante a favorire il salto di specie (spillover) per innumerevoli microrganismi. Gli allevamenti intensivi, in particolare di polli e suini, sono serbatoi di nuovi agenti patogeni. La pandemia causata dal virus H1N1, originata dai suini, ha causato più di 150mila morti a livello mondiale tra il 2009 e il 2010.
La deforestazione massiva unita all’espansione delle attività umane hanno favorito il contatto con nuovi organismi patogeni verso cui l’umanità non ha ancora stabilito risposte immunitarie efficaci.
Le attuali crisi, ecologica e sanitaria, stanno manifestando i loro effetti in modo convergente.
Non ultimo, anche l’inquinamento atmosferico prodotto da particolato che, in specifiche condizioni di ristagno e di umidità, permette la maggior veicolazione di agenti patogeni, secondo autorevoli studi internazionali, parrebbe all’origine dell’eccesso di mortalità per Covid 19 (come accaduto nell’area padana).
È infine necessario sottolineare che, in nome di una preminente “sicurezza” biologica – circoscritta esclusivamente ai corpi – con le ferree misure di controllo sociale adottate a livello mondiale per limitare il contagio, sono stati cancellati i diritti fondamentali degli individui, garantiti dalla Costituzione, si sono compromesse le libertà democratiche, in totale spregio delle drammatiche ricadute per la salute mentale e psicologica degli individui oltre che per l’economia di intere popolazioni.
Proposta
La Salute e la Cura
Il progetto politico degli Stati Generali della Medicina pone la SALUTE al centro di ogni azione, nel rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione: prevenzione, salute della persona e dell’ambiente in cui vive, giustizia economica e sociale, consapevolezza dei consumi, salvaguardia e accesso alle risorse ambientali.
La salute infatti è prima di tutto un processo partecipato e inclusivo che parte dalla cancellazione delle differenze economiche e sociali e dalla giustizia redistributiva.
Per promuovere la salute è necessario tener conto dei bisogni essenziali delle persone e delle Comunità, bisogni che vanno oltre la salute “biologica” del corpi: i bisogni psichici, psicologici e spirituali, delle relazioni umane e sociali all’interno delle quali la personalità umana si sviluppa e trova i propri valore e senso etico.
Reciprocamente, la Salute della Comunità si fonda sulla ricchezza e sulla qualità delle relazioni umane e sociali, all’interno delle quali la personalità umana assolve ai propri bisogni.
In tal senso, occorre quindi rifondare interamente la Cultura della Salute in senso democratico, stimolando la partecipazione dei singoli individui e delle comunità ai processi che la promuovono la mantengono e la diffondono.
È in atto una profonda rivoluzione dei paradigmi in ambito scientifico, medico, biologico, economico e culturale le cui ricadute pratiche devono essere finalmente attuate e diventare accessibili a tutti.
Per superare il paradigma riduzionista, organicista e tecnocratico in cui siamo stati immersi per quasi due secoli, è necessario e urgente applicare il modello medico bio-psico-sociale della salute, per cui la cura deve tenere in considerazione tutti i fattori di cui è composto l’Essere Umano.
Per garantire la libertà di scelta diagnostica e terapeutica è altrettanto necessario e urgente garantire a ciascuno la possibilità di conoscenza e di accesso ai molteplici modi di curarsi e prendersi cura.
Sconfessiamo l’egemonia di una medicina del pensiero unico, niente affatto “scientifica” ma bensì ostaggio dell’industria farmaceutica che l’ha resa succube e schiava di un pervasivo conflitto d’interessi a costante detrimento della salute individuale e collettiva.
Tutto ciò premesso, gli “Stati Generali della Medicina” focalizzano i seguenti punti fondamentali su cui costruire la Salute dell’Individuo e della sua Comunità.
- Riprogettare completamente la formazione degli operatori della salute, sia quella universitaria di base che quella continua, acuendo lo spirito critico e forgiando una reale indipendenza etica rispetto ai ricatti e ai vincoli esercitati dal pensiero dominante; rendendoli capaci di stabilire una relazione di cura come un atto altamente individualizzato e interpersonale fra curante e curato; superando l’annoso dualismo tra il corpo e la psiche, a favore di una visione sistemica e unitaria, sia in ambito teorico che clinico. La formazione dovrà tener conto dei molteplici approcci di cura, dalla psico-neuro-endocrino-immunologia alle arti e alla medicina vibrazionale, incorporando anche tecniche mentali e corporee.
La formazione medica e terapeutica, che definiremo Antropologia della Cura, dovrà sviluppare l’Arte Medica, cioè la conoscenza di molteplici approcci teorico-pratici e la capacità di applicarli, promuovendo continui confronti tra medici e scienziati con visioni ed opinioni diverse. - Promuovere l’Educazione alla salute e alla responsabilità di ogni singolo individuo, essenziale al pari della formazione dei medici, per uscire dal regime della delega. Solo se informata e consapevole, la persona sarà protagonista del proprio benessere, responsabile di ogni atto della propria vita quotidiana, conscia dell’intrinseca armonia dell’insieme “corpo, mente e spirito”, indispensabile per mantenersi in piena salute.
- Sostenere la Ricerca libera e indipendente per una medicina integrata e sistemica, svincolata dagli interessi delle multinazionali o dai conflitti d’interesse dei ricercatori e rivolta invece alla Salute globale della Persona e dell’Ambiente in cui viviamo.
- Superare il modello teoretico della Evidence Based Medicine che non ha giovato né alla qualità del rapporto terapeutico, né a garantire l’efficacia delle cure e tanto meno a rinsaldare l’alleanza medico-paziente, vista l’esplosione del contenzioso medico-legale.
- Favorire la Sanità pubblica. Anche alla luce della recente pandemia, emerge la necessità di una Sanità che deve restare/tornare pubblica dando piena attuazione al Progetto democratico, universalistico e partecipativo di Salute propugnato dalla L.833/1978. Colpendo in particolar modo le regioni del Nord, la pandemia ha fatto emergere le carenze del sistema sanitario pubblico, falcidiato negli anni da tagli a finanziamenti e operatori. È necessario ristabilire un sistema pubblico organizzato e preparato, sia per dare una risposta idonea alla crisi sanitaria che può esplodere in occasione di un’epidemia, sia e soprattutto per garantire cure adeguate nelle malattie cronico-degenerative, percentualmente prevalenti in regime di normalità.
- Cancellare l’obbrobrio giuridico della Legge di riforma 510-512/1992 che, trasformando la Sanità Pubblica in Azienda, ha fissato come primo obiettivo delle ASL l’obbligo di assicurare il pareggio di bilancio. La Sanità deve rientrare sotto il controllo statale, sottraendolo alle Regioni che non garantiscono ai cittadini italiani condizioni eque e omogenee di tutela e di promozione della salute.
- Assicurare che la quota del 3% del finanziamento totale alla Sanità sia destinata alla prevenzione primaria, quindi alla tutela e alla promozione della Salute dell’individuo di ogni età e in ogni ambito di vita, lavorativo e scolastico. Prevenzione primaria significa innanzitutto investire sulla protezione degli Ecosistemi trasformando i sistemi di produzione/consumo e orientandoli verso una gestione equa, partecipata, sostenibile delle risorse. Prevenzione primaria significa anche eliminare i principali fattori di inquinamento di aria, acqua e suolo che incidono drammaticamente sulla genesi di patologie ad alta diffusione: tumori, SLA, malattie neurodegenerative.
- Arrestare la produzione di materie prime basata su allevamenti intensivi e sull’uso di pesticidi cancerogeni che stanno compromettendo in modo irrimediabile la Salute umana. Gli operatori che lavorano nell’ambito della Salute hanno il dovere di contribuire allo sviluppo ecologico e alla salvaguardia dell’ambiente in cui le persone vivono, attraverso campagne di sensibilizzazione e progetti sociali che possano stimolare la collaborazione di tutti i professionisti esperti del settore.
- Promuovere sani stili di vita, a partire da uno dei principali determinanti della Salute: il cibo, che influisce sul nostro benessere fisico e mentale.
- Ripensare l’agricoltura e la filiera agricola, promuovendo colture e modelli di consumo naturali e sostenibili. E’ indispensabile l’accessibilità ad un’alimentazione sana e naturale, riconoscendola come uno dei fattori principali in grado di prevenire la maggior parte delle patologie. Nell’ambito della produzione agricola occorre passare dal sistema intensivo a quello biologico e a quello naturale. In tal modo potremmo ridurre già del 80% il rischio delle principali affezioni tipiche dell’Occidente industriale: obesità, dislipidemie, ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete, nefropatie, epatopatie, SLA, patologie neurologiche e cancro. In questo modo si ridarà anche impulso all’agricoltura riconoscendo dignità ai contadini, alle comunità locali e alla loro economia
Vivere in salute significa apprendere e adattarsi ai cambiamenti che la vita ci presenta tutti i giorni per mantenere l’omeostasi naturale dell’organismo. Preservare l’integrità naturale della moltitudine di fattori che concorrono al Benessere psico-fisico-sociale dell’individuo, contribuisce a preservare e a promuovere la salute individuale e collettiva e quindi del Paese intero.
25 Giugno 2020
Il Coordinamento degli Stati Generali della Medicina.